Donne e lavoro nel Lazio nel risorgimento, il convegno di Marino.


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FONDAZIONE BRUNO BUOZZI

Donne e lavoro nel Lazio nel risorgimento, il convegno di Marino.

Iniziativa collegata alle celebrazioni del 150° dell’unità d’Italia.

Presentazione della ricerca E’ il titolo del convegno che il 24 ottobre, è stato ospitato nell’Aula Consiliare di Palazzo Colonna. Promosso dalla Fondazione di ricerca e studi politici e sociali «Bruno Buozzi» con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Marino, è stato realizzato su progetto finanziato dalla Regione Lazio, assessorato Cultura e Politiche Giovanili.

Oggetto dell’incontro la presentazione della ricerca effettuata dal professor Pietro Neglie, docente Storia Contemporanea all’Università di Trieste, sulla condizione lavorativa dei minori e delle donne nell’Italia post unitaria fino alla fine del XIX secolo, con un focus sulla situazione del Lazio e della Provincia di Roma.

L’evento, collegato alle celebrazioni per il 150° dell’Unità Nazionale, ha visto la presenza di Giorgio Benvenuto, politico e sindacalista presidente della Fondazione Buozzi.

Con lui Marco Zeppieri, membro della Fondazione e Antonio Ortolani, presidente dell’Associazione ArtisticaMenteFenice. Ospite della manifestazione il giornalista Orfeo Notaristefano dell’Associazione Verso Sud. A fare gli onori di casa Arianna Esposito, assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione di Palazzo Colonna.

Di fronte ad una platea di giovani composta dagli alunni delle scuole medie «Giacomo Carissimi» (3F), «Antonio Vivaldi» (3B), «Primo Levi» (3A) e del liceo artistico «Paolo Mercuri» (5B), il professor Neglie ha snocciolato dati e informazioni in merito alla sua ricerca (presente in forma integrale e con foto d’epoca sul sito della Fondazione).

Convegno donne e lavoro a Marino
Convegno su donne e lavoro ai tempi del risorgimento a Marino – pubblico
A regalare un focus dettagliato della condizione di vita in un’Italia per lo più contadina, all’indomani della sua unificazione, fotografando un Paese che appariva squilibrato dal punto di vista sociale ed economico.

Una Nazione dove l’aspettativa di vita media era di 33 anni e dove il lavoro era per lo più svolto da minori (dai 7/8 anni in su) e donne, in condizione di miseria sociale e familiare, in regime di sfruttamento e senza alcuna forma di tutela economica e di salute.

Con fame, miseria, ignoranza e malattia ancora lontane dall’essere messe all’angolo.

Un viaggio attraverso quasi cinquant’anni di storia, rispetto ai quali tanti sono stati i cambiamenti nelle condizioni di vita nell’ Italia di oggi. A livello economico, nutrizionale, lavorativo, di istruzione e di salute. «Dopo l’Unità d’Italia – ha raccontato Neglie – vennero modificate le disposizioni relative al lavoro minorile presenti negli stati preunitari, compreso il limite minimo di età. Non senza ostacoli da parte degli industriali che preferivano le donne per il lavoro in fabbrica e i fanciulli per fabbriche, cave e miniere perché costavano meno e, in proporzione, rendevano di più».

Appassionato l’intervento di Giorgio Benvenuto, con il suo racconto della nascita delle prime forme associative a tutela dei lavoratori nel percorso intrapreso a sconfiggere la causa dei disagi e delle condizioni di sfruttamento e pericolo per la salute. «Secondo la volontà dell’allora Pontefice Leone XIII intervenuto per porre fine a quello stato di cose – ha detto – i giovani furono invitati a dedicare la loro crescita all’istruzione». Istruzione che, come avrebbe ribadito poi Nelson Mandela nei nostri giorni, è l’arma più potente per cambiare il mondo.

Un contributo nel quale Benvenuto ha parlato ai ragazzi dei problemi, speranze e desideri di miglioramento di vita dei loro coetanei di un secolo e mezzo fa. Ribadendo il valore della cultura e della conoscenza del passato «quale pietra sulla quale salire per guardare il futuro».

«I diritti conquistati sono di tutti e non solo di alcuni, non sono fermi ma possono essere persi – ha sottolineato poi nel raccontare di momenti di sviluppo e decadenza alternati nel nostro Paese così come in Europa e nel mondo, affermando come la storia si ripeta. «In un universo globalizzato dove tutti siamo più vicini ma in realtà molto più soli – ha detto Benvenuto – ciò che oggi dobbiamo vincere è l’individualismo, nel rispetto e ritorno a valori quali solidarietà e coesione. Obiettivi da conquistare attraverso la cultura e la conoscenza» ha aggiunto ribadendo come solo un Paese civile riesca a dare un futuro. «Non abbiate paura del vostro domani – ha detto poi rivolgendosi ai ragazzi – ma guardate al futuro come un’opportunità. Con il coraggio di affrontare i problemi che nella vita si presenteranno, convincendo e avvincendo, nella volontà di riportare al centro di tutto la persona e la finanza al servizio dei lavoratori e non viceversa. Perché siate i protagonisti di un nuovo Risorgimento».

«Oggi – ha detto l’assessore Esposito agli studenti ringraziando la Fondazione Bruno Buozzi per l’importante spunto di riflessione – abbiamo ripercorso insieme un periodo molto significativo della nostra storia che ha dato origine a realtà e diritti per noi acquisiti ma conquistati al prezzo di lunghe sofferenze, ostacoli e battaglie. Un nuovo modo di vivere la scuola al di fuori dell’ aula che vogliamo si ripeta con tante altre occasioni di incontro. Un momento di apertura alla conoscenza e consapevolezza, dove l’istituzione è tramite e porta d’accesso per fornire sempre nuovi strumenti. Perché cresciate nella percezione che il vostro oggi, fatto di libertà, possibilità, istruzione, rispetto, per i bambini e le donne dell’Italia postunitaria era solo immaginato, sognato. Siate il valore aggiunto del nostro domani».

Alla manifestazione era presente Nilo Rizzo, presidente dell’Anpi di Marino.

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