È venuto a mancare Ruggero Ravenna, uno dei fondatori della UIL. Il ricordo di Giorgio Benvenuto, Presidente della Fondazione Buozzi


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È venuto a mancare Ruggero Ravenna, uno dei fondatori della UIL. Il ricordo di Giorgio Benvenuto, Presidente della Fondazione Buozzi

La vita di un dirigente sindacale si può riassumere nelle cariche che ha ricoperto. E quando queste cariche sono molte e di grande rilievo (è questo certamente il caso di Ruggero Ravenna) il rischio è che ne risulti un elenco lungo ed arido. Io che a Ruggero sono stato intensamente legato, come da allievo a maestro, voglio ricordare in questo momento triste i suoi due grandi percorsi di vita: il lungo tratto di ideazione e costruzione di un sindacato che negli anni della guerra fredda e del predominio delle ideologie, da posizione laiche, socialiste e liberaldemocratiche, ha saputo tracciare un progetto moderno e innovativo di partecipazione, di solidarietà e di dialogo nel mondo del lavoro; e il tratto successivo, non meno lungo e travagliato in cui quel sindacato, la Uil, ha dato un contributo decisivo alla costruzione di un processo unitario che, soprattutto negli anni settanta, ha costituito un pilastro fondamentale della democrazia italiana.
Non dobbiamo perdere memoria di questi percorsi e di ciò che hanno significato e continuano a significare per il nostro Paese. Ravenna è stato un protagonista di tutto questo, perché ha capito con grande intelligenza il divenire dei processi storici e perché con saggezza ha sempre esercitato l’arte del dialogo e della mediazione intellettuale. Io ho condiviso questi due percorsi e la progettualità politico-sindacale che li ha nobilitati. Con lui sono cresciuto e a lui mi sono affidato soprattutto nei momenti difficili. A lui va oggi il mio ricordo commosso, affettuoso e grato.
Grazie Ruggero.


La vita di un dirigente sindacale si può riassumere nelle cariche che ha ricoperto. E quando queste cariche sono molte e di grande rilievo (è questo certamente il caso di Ruggero Ravenna) il rischio è che ne risulti un elenco lungo ed arido. Io che a Ruggero sono stato intensamente legato, come da allievo a maestro, voglio ricordare in questo momento triste i suoi due grandi percorsi di vita: il lungo tratto di  ideazione e costruzione di un sindacato che negli anni della guerra fredda e del predominio delle ideologie, da posizione laiche, socialiste e liberaldemocratiche, ha saputo tracciare un progetto moderno e innovativo  di partecipazione, di solidarietà e di dialogo nel mondo del lavoro; e il tratto successivo, non meno lungo e travagliato in cui quel sindacato, la Uil, ha dato un contributo decisivo alla costruzione di un processo unitario che, soprattutto negli anni settanta, ha costituito un pilastro fondamentale della democrazia italiana.  Non dobbiamo perdere memoria di questi percorsi e di ciò che hanno significato e continuano a significare per il nostro Paese. Ravenna è stato un protagonista di tutto questo, perché ha capito con grande intelligenza il divenire dei processi storici e perché con saggezza ha sempre esercitato l’arte del dialogo e della mediazione intellettuale. Io ho condiviso questi due percorsi e la progettualità politico-sindacale che li ha nobilitati. Con lui sono cresciuto e a lui mi sono affidato soprattutto nei momenti difficili. A lui va oggi il mio ricordo commosso, affettuoso e grato.  Grazie Ruggero.

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