31 gennaio 1881 nasce Bruno Buozzi


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31 gennaio 1881 nasce Bruno Buozzi

Pontelagoscuro (Ferrara) nasce uno dei protagonisti del socialismo italiano del novecento

Pontelagoscuro (Ferrara) nasce uno dei protagonisti del socialismo italiano del novecento Quando Bruno Buozzi vide la luce a Pontelagoscuro, il Re era Umberto I e l’esecutivo era presieduto da Agostino Depretis: la destra storica, insomma, aveva ceduto lo scettro alla sinistra.
Era il 31 gennaio del 1881.
Era un’Italia lontana da quella che stava uscendo dalla guerra, lontanissima da quella dei nostri giorni. Eppure si possono leggere in filigrana, in quel crepuscolo dell’Ottocento, le cause (almeno alcune) dei problemi che ancora affliggono il nostro Paese in quest’alba del Terzo Millennio. E la stessa biografia giovanile di Buozzi in qualche maniera finisce per interpretare e per identificarsi con la biografia dell’Italia, con i fermenti che la percorrono, con i processi sociali che si sviluppano cambiando la fisionomia di una nazione unita solo da venti anni ma che si porta dietro (anche amplificando) le contraddizioni di un percorso per molti aspetti eroico ma per altri aspetti decisamente deludente.
Era l’Italia in cui un ragazzino, pure appassionato allo studio, all’età di undici anni, avendo concluso la terza elementare e solo iniziato la quarta, doveva fare la conoscenza del mondo: trovarsi un lavoro, sporcarsi le mani per alleggerire la sua presenza al desco familiare. Cosa che Bruno fece: apprendista operaio a tredici anni alla Fratelli Santini di Bondeno.
La città stava cambiando. Pontelagoscuro stava diventando in quegli anni un centro industriale: tre distillerie, due mulini, una fabbrica di concimi chimici, un saponificio, molte ditte di spedizionieri per via della contemporanea presenza della ferrovia, del porto fluviale e della strada statale. E c’erano anche tre zuccherifici.
In uno di essi trovò lavoro Buozzi appena finito il servizio militare (si congedò nel 1906, come risulta da una nota riservata della Prefettura di Ferrara del 1937: vestire la divisa era anche una strada per garantirsi vitto e alloggio).
Operaio addetto alla manutenzione. Ci restò poco perché venne licenziato a causa delle sue idee socialiste. A conferma che si era fatto coinvolgere dai venti che spiravano in quel territorio e che trasportavano da una stazione all’altra i nomi di Prampolini, Costa, Altobelli e Massarenti. A Milano avrebbe conosciuto Turati e Treves, creato con loro rapporti di amicizia che sarebbero durati tutta la vita, ma lì, nel suo paese, aveva celebrato una sorta di rito di iniziazione.
Vogliamo oggi ricordarlo nel 138° anniversario dalla nascita; vogliamo ricordare una delle figure più nobili, più complete e più significativa del socialismo italiano.
Raccontava Giuliano Vassalli che con lui condivise gli ultimi giorni di prigionia a via Tasso: «C’era un dipinto nella Direzione del Partito Socialista che ne rievoca la figura in mezzo agli sgherri nazisti con il busto eretto, in maniche di camicia, in quella mattina di giugno: ebbene, per chi lo ha conosciuto, egli era proprio così, fiero e dignitoso, tra quegli sgherri nazisti che nulla capivano di ciò che spontaneamente o per comando erano indotti a fare, e nulla sapevano di quanto stavano facendo perdere al movimento socialista in Italia e a tutti i lavoratori».

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