Gian Marco, il petroliere, Gian Marco l’amico


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Gian Marco, il petroliere, Gian Marco l’amico

In silenzio è scomparso un esempio di imprenditore illuminato, capace di essere vicino ai deboli. Alla moglie Letizia e a tutta la famiglia Moratti le condoglianze della Fondazione Buozzi.

Gian Marco Moratti Ieri la notizia della scomparsa del Presidente della Saras, una delle aziende petrolifere più importanti del nostro Paese. Il Presidente era Gian Marco Moratti, figlio di quell’Angelo che negli anni Sessanta aveva fatto grande l’Inter e fratello di Massimo, che aveva riportato nei primi anni del terzo millennio ancora l’Inter a trionfare nel calcio. Gian Marco era stato sempre un po’ dietro le quinte del mondo del calcio, aveva la stessa passione del fratello (e di tutta la famiglia), ma si era concentrato di più sui due grandi temi della sua vita: il lavoro e la solidarietà. Nel campo del lavoro è stato sempre apprezzato come un profondo conoscitore del mondo petrolifero: ha ricoperto incarichi importanti nell’associazionismo, ma anche a livello istituzionale la sua competenza è stata utilizzata in varie occasioni.
Molti però non conoscono, o conoscono poco, l’altro versante nel quale ha dimostrato da tanti anni il suo impegno: il suo nome, e quello di sua moglie Letizia, sono fortemente legati alla Comunità di San Patrignano, al lavoro svolto insieme a Vincenzo Muccioli nel difficile lavoro di recupero di giovani vite attaccate dalla tossicodipendenza, quando ancora esistevano forti pregiudizi nei confronti di chi aveva fatto la scelta di occuparsi, contro tutto e tutti, di questi giovani. Gian Marco ha contribuito in tutti i modi a far crescere quella Comunità, affiancando Vincenzo Muccioli, con gli altri fondatori di San Patrignano, anche nei momenti difficili che hanno caratterizzato soprattutto i primi anni di vita di San Patrignano.
Giorgio Benvenuto, come Consigliere della Fondazione San Patrignano, ha vissuto quei momenti in prima persona, e ha cercato di sensibilizzare il mondo del lavoro sul tema della tossicodipendenza per far superare pregiudizi e preconcetti che erano fortemente presenti anche nel mondo sindacale: nel 1985 la Uil celebra il 1° maggio proprio a San Patrigano, offrendo a Muccioli e alla sua Comunità, troppo spesso "dimenticati" dai media dell’epoca, l’occasione di raccontare come la solidarietà si può realizzare non solo a parole, ma nei fatti. Non solo. Qualche anno dopo lo spirito del "sindacato dei cittadini" replicò l’attenzione verso la Comunità di Muccioli e Moratti con il Congresso della Uil Sanità, la categoria che più di tutte viveva il dibattito su come trattare il problema tossicodipendenza.
Se la Comunità di San Patrignano ha un futuro, un grande merito va proprio a Gian Marco Moratti e a sua moglie Letizia. Non hanno fatto mai mancare il proprio appoggio a chi, dopo la scomparsa di Vincenzo, ha portato avanti quella stupenda "famiglia allargata" che Vincenzo aveva creato e che, siamo convinti, lo è stata anche per Gian Marco Moratti, fino alla sua morte.
Quella enorme sala da pranzo che a San Patrignano ospita giornalmente centinaia e centinaia di ragazzi in questi giorni sarà sicuramente triste, ma l’albero della vita che per tanto tempo ha simboleggiato la mission di San Patrignano presto riprenderà a fiorire e non farà dimenticare mai chi, come Gian Marco, lo ha piantato.

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