Il 2 aprile del 2005 moriva Papa Giovanni Paolo II


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Il 2 aprile del 2005 moriva Papa Giovanni Paolo II

La Fondazione Bruno Buozzi vuole qui ricordare il primo incontro che tenne con il mondo del lavoro dopo esser salito al soglio pontificio da poco meno di un anno.

La Fondazione Bruno Buozzi vuole qui ricordare il primo incontro che tenne con il mondo del lavoro dopo esser salito al soglio pontificio da poco meno di un anno. Invitato ufficialmente dai sindacati (nella foto sono riconoscibili Giorgio Benvenuto, Uil, Nino Pagani, Cisl e Aldo Giunti, Cgil) il 13 settembre del 1979, si recò a Pomezia, un polo industriale alle porte di Roma.
Sulla piazza del Mercato della piccola cittadina, che aveva raggiunto in automobile dalla vicina Castel Gandolfo, trova ad attenderlo circa 50mila persone, in gran parte operai, le rappresentanze di organizzazioni sindacali e industriali
Papa Wojtyla tiene un discorso a braccio di cui riportiamo alcuni stralci.
“…È la prima volta che mi trovo qui a parlare ai lavoratori, agli operai della città operaia di Pomezia. Per la prima volta in Italia. Ma tante volte in Polonia, tante volte... Soprattutto, voi sapete, sono stato anch’io per più di quattro anni operaio, e devo dire che apprezzo molto quel periodo della mia vita. Ho detto tante volte che quei quattro anni di lavoro per me valgono più che due dottorati. E devo dire ancora che così si è stabilita un’amicizia con i lavoratori operai della stessa fabbrica, dove abbiamo lavorato insieme; e questo avveniva dopo la guerra, dopo l’occupazione nazista, ma è durato fino agli ultimi momenti, quando ero già sacerdote, poi vescovo e cardinale; sempre ho avuto questi contatti, contatti personali con i miei amici lavoratori operai… Quello che ho detto ora è per spiegare una piccola cosa; ho desiderato di parlare a tutti voi, lavoratori italiani di Pomezia, aspettando quale sarebbe stata la reazione a quello che avrebbe detto “quel Papa” che per la prima volta si trova fra gli operai italiani.
Ho parlato solo di temi fondamentali: la religione e il lavoro, la Chiesa e il mondo del lavoro; ma ho parlato in modo piuttosto “essenziale”, non sono entrato nei problemi particolari perché non conosco abbastanza la vostra situazione. Ho parlato sempre in Polonia, dove avevo la mia esperienza; e dove, conoscendo i problemi, ho potuto entrare anche nei particolari. Ma io penso che il primo incontro basta così. Volevo dire inoltre che è stato un momento per me molto significativo: la vostra reazione quando vi ho detto, durante il discorso, che “non è l’uomo per il lavoro, ma il lavoro per l’uomo”. La vostra reazione è stata la stessa che in Polonia, la stessa che in Polonia! Io mi ricordo, era forse il mio ultimo pomeriggio passato in Slesia, che per i 200.000 lavoratori slesiani, soprattutto minatori, quando io ho detto la stessa parola in polacco, la reazione fu la stessa. Allora si vede che ci sono, che esistono alcuni elementi, alcuni principi comuni; dove si vede subito, in Italia e in Polonia che dappertutto, in tutto il mondo, la verità è tale e non può essere un’altra. Per questo vi ringrazio: perché cosi ho fatto la prima esperienza personale, che certamente poi mi gioverà, mi aiuterà per capire, conoscere, comprendere sempre meglio il mondo del lavoro e il mondo degli operai in Italia. Per questo sono chiamato; perché, essendo Vescovo - essendo Vescovo di Roma, essendo il Papa - sono il vostro servitore. Cosi come Cristo ha detto “Non sono venuto per essere servito, ma per servire”. Infine devo ringraziarvi ancora per i doni ricevuti. Ho paura che ho ricevuto troppo. E ritorno da Pomezia troppo ricco! E allora, come si realizza la giustizia sociale se voi fate un Papa troppo ricco?....Va bene. Si, sono gratissimo per tutti questi doni, perché esprimono la vostra fede e la vostra simpatia. E devo dire che questo costituisce per me un grande appoggio: quello che questi doni esprimono simbolicamente, il valore affettivo il loro valore simbolico è per me molto caro e vi ringrazio nuovamente…Allora vi auguro questi e molti altri successi: sociali, familiari e personali”.
Questi temi accennati in quel primo discorso sul lavoro a Pomezia Papa Giovanni Paolo II li trattò poi nell’enciclica “Laborem Exercens” del 14 settembre 1981.

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