La ’’Fornarina’’ di Raffaello


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La ’’Fornarina’’ di Raffaello

Sensualità e grazia senza precedenti

Fornarina Raffaello Una donna rappresentata a mezzo busto, i capelli incorniciati da un turbante, "coperta" solo da un velo tenuto con la mano che lascia però scoperti i seni. Dietro di lei lo sfondo è scuro, si intravedono solo le fronde degli alberi. Sensualità è il verbo, anche se come sempre ammorbidita dall’eleganza raffaellesca che nulla rende volgare. La fanciulla ci guarda dritta negli occhi, non è intimorita, sembra dirci: "Sono qui e voglio essere ammirata in tutta la mia bellezza".
Chi è la donna dipinta da Raffaello e perché è stata chiamata la ’’Fornarina’’? Si tratterebbe di Margherita Luti, figlia di un fornaio di Trastevere, Francesco Senese, amatissima dal Sanzio.
Un’altra ipotesi è che il nome nasca dal termine "infornare" i pani e quindi da intendere, in senso lato, alla sfera sessuale. La donna è vissuta tra il XV e il XVI secolo, anche se non si conoscono le precise date di nascita e di morte. La cosa certa è che si trovava nell’attuale Villa Farnesina quando venne ritratta, residenza del banchiere Agostino Chigi dove Raffaello stava lavorando alla decorazione di alcune stanze, insieme ai suoi allievi.
Il dipinto è stato conservato da Raffaello nel suo studio ed è probabile che sia stato successivamente modificato, dopo la sua morte, da Giulio Romano. Tramite indagini diagnostiche si è scoperto che l’opera ha avuto due fasi e che prima delle fronde arboree sullo sfondo, Raffaello aveva dipinto un paesaggio leonardesco, molto simile a quello che vediamo nella "Monna Vanna".
Bellissimo il dettaglio che si nota sul braccio della donna: una fascetta scura ha inciso il nome di Raffaello che così recita "Raphael Urbinas". Il messaggio è duplice: firma e chiaro simbolo di possesso della donna, per sottolineare che è lui l’amante di Margherita Luti.
Il dipinto è conservato al Palazzo Barberini di Roma, ma in questi giorni sarà ospite alle Scuderie del Quirinale per la magistrale mostra dedicata all’urbinate. La donna è stata molto probabilmente modella anche per altri quadri, tra cui la "Velata", conservata a Palazzo Pitti di Firenze, ma in prestito alla mostra e quindi visibile.

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