Luigi Tenco e gli antesignani del Millenovecentosessantotto


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Luigi Tenco e gli antesignani del Millenovecentosessantotto

La musica e le canzoni che anticiparono il ’68 in Italia

Era iniziato il 68, ma alcune canzoni che lo hanno accompagnato avevano abbondantemente anticipato temi e tesi delle battaglie e delle rivendicazioni di quel momento. Al Festival di Sanremo quest’anno è stato ricordato Francesca Guccini con la sua canzone, scritta nel 1965, una canzone di rottura, di protesta, ma soprattutto di speranza, "Dio è morto". In quel testo (... Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede in ciò che spesso ha mascherato con la fede dei miti eterni della patria e dell’eroe perché e venuto ormai
il momento di negare tutto ciò che è falsità le fedi fatte di abitudini e paure una politica che è solo far carriera perbenismo interessato
la dignità fatta di vuoto, l’ipocrisia di che sta sempre con la ragione e mai col torto....
Ma penso che questa mia generazione è preparata un mondo nuovo e ad una speranza appena nata ad un futuro che ha già in mano una rivolta senza armi perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore per tre giorni poi risorge.
In ciò che noi crediamo, Dio è risorto. In ciò che noi vogliamo, Dio è risorto. Nel mondo che faremo, Dio è risorto...) sono sicuramente rintracciabili alcuni temi che rappresentarono i leit motiv della protesta.
Ma non solo Guccini:ricordiamo Morandi con la sua "C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones",Caterina Caselli con "Nessuno mi può giudicare", I Giganti, con "Mettete dei fiori nei vostri cannoni", ma soprattutto quello che è stato e resta un simbolo della musica leggera italiana, Luigi Tenco, che nel gennaio del 1967 si tolse la vita proprio a Sanremo, in polemica con una giuria che lo aveva escluso dalla possibile vittoria con la sua canzone "Ciao amore".
Lo vogliamo ricordare con una straordinaria canzone, "Vedrai vedrai", anch’essa con testi proiettati verso il futuro.

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