Pollock e la Scuola di New York


L'italia di ieri, di oggi e di domani.

FONDAZIONE BRUNO BUOZZI

Pollock e la Scuola di New York

La mostra evento al Vittoriano di Roma

Pollock Al Vittoriano di Roma ha aperto da qualche settimana la mostra “Pollock e la Scuola di New York”. Sono cinquanta i capolavori presenti, provenienti dal Whitney Museum of American Art di New York. È davvero un evento importante, perché quasi mai prima d’ora erano state portate ed esposte opere di questi pittori americani e tanto meno di Pollock (di cui abbiamo molto poco a Roma e in Italia in generale). Ci troviamo negli anni Quaranta del Novecento, un gruppo di artisti, quasi tutti provenienti dall’Europa (a parte Pollock e Franz Kline), si riunisce nella galleria fondata da Peggy Guggenheim: “L’arte di questo secolo”. La sua innovazione e rottura con il mondo di allora era già evidente nell’allestimento della galleria stessa: le pareti non erano dritte, come di consuetudine, ma oblique. Il loro modo di lavorare era totalmente diverso dall’arte tradizionale. Si allontanarono drasticamente dal realismo e dalla figurazione per avvicinarsi all’astratto, visto come nuovo spirito del momento. La loro era una vera e propria rottura con tutto quello che era stato prima, una spinta a cambiare il mondo dell’arte. Divennero famosi con il termine di gruppo della “Scuola di New York” (città dove lavorarono) o “espressionisti astratti”. Molto usato era anche l’appellativo di “Irascibili”, nato in seguito ad una protesta contro il Metropolitan Museum of Art di New York, nel 1950, che aveva deciso di non includerli in una mostra di pittura di artisti contemporanei americani. L’accezione era fortemente negativa. Irascibili era un termine usato non solo per indicare il loro sdegno nei confronti dell’esclusione dalla società a cui erano stati sottoposti, ma anche per indicare un gruppo di “ribelli” che non voleva attenersi alle regole dell’arte tradizionale e voleva rompere prepotentemente con il passato senza possibilità di ritorno. A parte Pollock, sicuramente il più famoso, si possono ammirare opere di Franz Kline, Mark Rothko, Willem de Kooning, Arshile Gorky, solo per citarne alcuni. Sono presenti anche capolavori di artiste donne, quasi sempre nascoste e mai citate, nemmeno nei libri d’arte scolastici e universitari. Tra loro c’è anche la moglie di Pollock: Lenore Krasner che, a causa del forte pregiudizio che ancora aleggiava contro le donne che praticavano arte, è stata costretta a cambiare il nome in Lee Krasner. L’arte di questi artisti, era fortemente legata al gesto pittorico. Le figure non esistevano più (anche se nella fase pittorica iniziale, quasi tutti hanno fatto uso della figurazione, anche Pollock), le tele sono diventate giganti e, in particolare per Pollock, la tela diventa un “tappeto” sacro su cui salire e camminare sopra. Sempre di Pollock è l’uso della tecnica del “dripping”, consistente nella sgocciolatura di colore con un pennello intriso di colore o tramite un barattolo di vernice bucato. Nonostante si pensi che Pollock sia stato l’inventore di tale tecnica, in realtà non lo è. Infatti il "dripping" è stato usato e sperimentato per la prima volta dall’artista surrealista Max Ernst.

Federica Pagliarini

Condividi
Pollock e la Scuola di New York

Fondazione Bruno Buozzi
Fondazione
Bruno Buozzi
Via Sistina, 57
00187 Roma
GoogleMap
C.F. 97290040589
+39.06.6798.547
fbb@fondazionebrunobuozzi.eu

Seguici nella nostra pagina Facebook. Premi MI PIACE e non perderai più nessuna notizia.

Facebook

Sostienici con il 5X1000

Sostieni la Fondazione Bruno Buozzi con il tuo 5X1000. A te non costa nulla - essendo una quota d'imposta che lo Stato affida alle organizzazione di promozione sociale - ma aiuterai noi a finanziare progetti tesi a favorire gli studi sul sindacalismo promuovendone apposite iniziative.

Come fare? È davvero semplice

  • Compila il modulo 730, il CU oppure il Modello Unico;
  • Firma nel riquadro "Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale";
  • Indica il codice fiscale della fondazione: 97290040589;
  • Anche chi non compila la dichiarazione dei redditi, ovvero chi ha solo il modello CU fornitogli dal datore di lavoro o dall'ente erogatore della pensione, può destinare il 5x1000.

 

Fondazione Bruno Buozzi
FONDAZIONE
Bruno Buozzi

L'italia di ieri, di oggi e di domani.

Via Sistina, 57 - 00187 Roma | +39.06.6798.547 | fbb@fondazionebrunobuozzi.eu

Fondazione Bruno Buozzi
    

Biblioteca
Aperta al pubblico con accesso libero
Orario Dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:30 - il giovedì anche dalle ore 14:30 alle ore 17:30

Museo, Archivio e Collezioni
Aperto al pubblico con accesso libero
Orario Dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:30 - il giovedì anche dalle ore 14:30 alle ore 17:30

altra lingua  

Fondazione
Bruno Buozzi
Via Sistina, 57
00187 Roma
GoogleMap
C.F. 97290040589
+39.06.6798.547
fbb@fondazionebrunobuozzi.eu
Privacy & Cookie Policy

© Fondazione Bruno Buozzi.   Tutti i diritti sono riservati.
Credit grippiassociati ICT Design&Development