Radio libere, voci nuove nell’etere


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Radio libere, voci nuove nell’etere

Il 10 marzo 1975 nasceva in Italia la prima radio libera: Radio Milano International.

Radio libera In Italia fino al 1974 i privati non potevano aprire una stazione radio. La legge riservava allo Stato l’esercizio esclusivo della radiodiffusione circolare. Le uniche eccezioni, dopo la caduta del regime fascista, erano state: Radio Sardegna (1943-1952) e Radio Ferrara (durata alcuni mesi nel 1946). Si ascoltava la radio pubblica (Radio Rai) e si guardava la televisione pubblica (Rai TV).

Nel 1974 la Corte Costituzionale concesse ai privati la facoltà di trasmettere via cavo in ambito locale. Fu la prima storica sentenza contro il monopolio statale. La trasmissione via etere rimaneva interdetta ai privati. Però, sentendo che i tempi stavano cambiando, alcuni pensarono che prima o poi sarebbero state liberalizzate anche le trasmissioni via etere. Senza aspettare un successivo pronunciamento, furono aperte in alcune città italiane radio private via etere.

Gli apparecchi che gli italiani avevano in casa erano in grado di ricevere sia la Modulazione di ampiezza (AM) che la Modulazione di frequenza (FM). Però erano abituati ad ascoltare la sola AM. Le radio private sfruttarono le potenzialità dell’FM.

L’FM presentava pregi e difetti. Un limite era l’ampiezza geografica: difficilmente un’emittente poteva coprire un’intera provincia. Le radio libere trasformarono questo limite in punto di forza: nacquero programmi indirizzati a "target" facilmente individuabili. I punti di forza delle radio libere, rispetto al gestore pubblico, erano invece la possibilità di utilizzare tecnologie nuove come la stereofonia (utilizzata dalle emittenti private in anticipo rispetto alla RAI) e l’interattività con gli ascoltatori che vennero coinvolti direttamente dando loro la possibilità di intervenire nel corso dei programmi apportando opinioni e commenti, oppure dando loro la possibilità di scegliere brani musicali di loro gradimento; molte radio cominciarono così a impostare palinsesti dedicati a fasce di utenza ben precise centrando la programmazione su tematiche musicali (Rock, musica italiana, folklore locale etc.) o sociali (politica in primis).

La RAI trasmetteva in FM dagli 87,50 ai 100,00 MHz[2]. Tutte le radio private occuparono le frequenze superiori ai 100 MHz. Radio Milano International, la prima radio libera di Milano, si posizionò comodamente sui 101.00 MHz.

Nel 1976 arrivò una seconda, decisiva, sentenza della Corte Costituzionale (n. 202 del 28 luglio 1976): venne liberalizzata la trasmissione via etere in ambito locale. Le radio libere ebbero così copertura legale; da allora poterono moltiplicarsi su tutto il territorio nazionale.

da Wikipedia

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