Milano 12 dicembre 1969 La terribile strage di Piazza Fontana


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Milano 12 dicembre 1969 La terribile strage di Piazza Fontana

Alle 16.37 esplode un ordigno all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura: il bilancio è di 17 morti e 86 feriti.
Iniziano gli anni di piombo.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel 48’ anniversario della strage:
"Nel giorno della ricorrenza desidero esprimere solidarieta’ e vicinanza ai parenti delle vittime, ai loro discendenti, agli amici e ai tanti che negli anni ne hanno onorato la memoria con l’impegno civile, con la tenace ricerca della verita’, con la testimonianza offerta ai piu’ giovani.Il tempo trascorso non puo’ ridimensionare la profondita’ delle ferite e la portata dell’attacco rivolto alle istituzioni. L’attentato di piazza Fontana segno’ l’inizio di una terribile catena di sanguee di terrore, condizionando la stessa vita democratica e costringendo il Paese a piangere per altre, assai numerose, vite spezzate".


Piazza Fontana Il 12 dicembre 1969 la sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana, a Milano, era piena di clienti venuti soprattutto dalla provincia: alle 16:30, mentre gli altri istituti di credito chiudevano, all’interno della filiale c’erano ancora molte persone[13][14][15].

L’esplosione avvenne alle 16:37, quando nel grande salone del tetto a cupola scoppiò un ordigno contenente 7 chili di tritolo, uccidendo 17 persone (13 sul colpo) e ferendone altre 87: la diciassettesima vittima morì un anno dopo per problemi di salute legati all’esplosione.

Una seconda bomba fu rinvenuta inesplosa nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala. La borsa fu recuperata ma l’ordigno, che poteva fornire preziosi elementi per l’indagine, fu fatto brillare dagli artificieri la sera stessa[12]. Una terza bomba esplose a Roma alle 16:55 nel passaggio sotterraneo che collegava l’entrata di via Veneto della Banca Nazionale del Lavoro con quella di via di San Basilio. Altre due bombe esplosero a Roma tra le 17:20 e le 17:30, una davanti all’Altare della Patria e l’altra all’ingresso del Museo centrale del Risorgimento, in piazza Venezia. I feriti a Roma furono in tutto 16.

Gli attentati terroristici di quel giorno furono cinque, concentrati in un lasso di tempo di appena 53 minuti, e colpirono contemporaneamente le due maggiori città d’Italia: Roma e Milano.

La vicenda è tuttora oggetto di controverse interpretazioni; una delle ipotesi sostiene che, una volta abbandonata la pista anarchica, il sospetto che gli attentati fossero opera dei neofascisti fu usato per dare credito alle teorie della «strategia della tensione» (un disegno dell’estrema destra per creare instabilità nelle istituzioni e terrorizzare i cittadini), e della «strage di Stato», ordinata da settori del mondo politico (dai servizi segreti e da collusioni tra mondo dell’economia e criminalità) per diffondere il panico e giustificare misure d’emergenza, in modo da garantire il potere ai settori più reazionari della politica.

© Tratto da Wikipedia

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